Nel 1957, l’artista inglese Ralph Rumney (1934-2002) realizzò a Venezia "The Leaning Tower of Venice", una delle prime esperienze della storia della psicogeografia. Rumney scelse e percorse un itinerario attraverso la città, documentandolo fotograficamente.
Il progetto Re_iter Ralph Rumney ha ricostruito per la prima volta questo itinerario in tutti i dettagli, rendendolo accessibile a chiunque voglia ricercare le sensazioni e le emozioni del suo autore.
LeggiRumney concepì il progetto di una guida psicogeografica di Venezia nel 1957, anno in cui l’artista partecipò alla riunione fondatrice del movimento situazionista a Cosio di Arroscia, in provincia di Imperia, insieme ai francesi Guy Debord e Michèle Bernstein, al danese Asger Jorn, e all’italiano Giuseppe Pinot-Gallizio. All’epoca Rumney abitava a Venezia insieme alla compagna Pegeen Guggenheim, figlia della celebre collezionista americana Peggy. Fu durante la riunione di Cosio che Rumney propose il suo progetto di esplorazione psicogeografica di Venezia, applicando cioè alla città la prospettiva che mette in relazione un luogo con gli stati emotivi che esso provoca.
Guy Debord, che sempre nel 1957 era stato autore della Guida psicogeografica di Parigi, aveva scritto nell’introduzione (rimasta inedita) al lavoro di Rumney che Venezia era stata scelta come ‘primo esaustivo lavoro fotografico applicato all’urbanesimo’ e che l’artista britannico aveva individuato questa città tra tante altre interessanti zone di sperimentazione in ragione della ‘risonanza sentimentale’ di Venezia, città così legata ‘alle più arretrate emozioni della vecchia estetica’ (Debord, Guy, Préface «pour un livre projeté par Ralph Rumney», septembre 1957, in Debord, Guy; Debord, Alice, Oeuvres, Paris, Gallimard, 2006, pp. 332-5).
Il progetto situazionista di creare guide psicogeografiche di città si basava sul concetto di deriva, che Debord aveva elaborato nel 1956 e che consisteva nel ‘lasciarsi andare alle sollecitazioni del territorio e degli incontri che vi si trovano’ (Internationale Situationiste, 2, Décembre 1958, p. 19).
L’intenzione di Rumney, come racconta l’artista oltre trent’anni dopo, era di ‘creare uno schizzo che mostrasse le aree in cui nessuno andava, lontano dal Canal Grande’. La sua idea era di ‘de-spettacolizzare Venezia suggerendo percorsi sconosciuti che l’attraversavano’, sfruttando le tante possibilità di ‘disorientamento’ che la città offre. (Rumney, Ralph, The Consul, Conversations with Gérard Berréby, San Francisco, City Lights Books, 2002, p. 47).
Alludendo all’iconica Torre di Pisa, chiamò il suo progetto The Leaning Tower of Venice, la Torre Pendente di Venezia, ritraendo nella fotografia di apertura della sua opera il campanile inclinato della chiesa di Santo Stefano, visto da Campo Sant’Angelo. Affascinato dal fotoromanzo, genere molto popolare nell’Italia di quegli anni, Rumney decise di utilizzarlo per creare una storia e una mappa psicogeografica di Venezia, illustrata dalle fotografie in bianco e nero che scattava con la sua Rolleiflex.
Rumney annunciò il suo progetto sul numero 29 (novembre 1957) di Potlatch, l’ultimo numero del periodico nato nel 1954 come Bollettino di informazioni della sezione francese dell’Internazionale Lettrista e, dal giugno 1955, come Bollettino di informazione dell’Internazionale Lettrista. L’anno successivo, tuttavia, la notizia dal titolo ‘Venezia ha battuto Ralph Rumney’ che comparve sul primo numero del bollettino Internationale Situationniste nel giugno del 1958 riportava il fallimento di tale progetto. Secondo il bollettino, diretto da Guy Debord, Rumney aveva comunicato alla redazione di essere giunto a una completa paralisi dopo aver dovuto lottare contro ‘innumerevoli difficoltà, rallentato sempre di più dal territorio che aveva tentato di attraversare’ (Internationale Situationniste, 1, Juin 1958, p. 28). La notizia si concludeva con una specie di necrologio, secondo cui la ‘giungla veneziana’ si era rivelata la più forte e ‘si era richiusa su un giovane uomo, pieno di vita e di promesse, che si perde, che si dissolve tra i nostri molteplici ricordi’ (Ibid.).
Tre decadi dopo, Rumney spiegherà in un intervista come le ragioni alla base della sua esclusione non siano mai state chiare, pur ammettendo che la vita privata complicata che conduceva in quel periodo avesse rallentato il suo lavoro.
Di fatto l’artista portò a termine il suo progetto nel 1959, pubblicandolo tra 1959 e 1960 sulla rivista del Royal College of Arts di Londra, ARK, da cui sono tratte le immagini che compaiono in questo sito. Purtroppo, il direttore della rivista perse successivamente i materiali originali e la recente riproduzione in edizione limitata del lavoro di Rumney da parte di Silverbridge (Parigi, 2002) si è basata sulle fotografie dei materiali esposti alla mostra On the Passage of a Few People Through a Rather Brief Moment in Time: The Situationist International, 1957-72, tenutasi all’ICA di Londra nel 1989.
The Leaning Tower of Venice consiste nel racconto testuale e visivo dell’itinerario percorso a Venezia da un alter ego di Rumney, il poeta americano Alan Ansen, amico dell’autore. Il racconto si articola in sei ‘documenti’ e inizia con una citazione di Guy Debord.
Di seguito è riportata la traduzione dall’inglese.
La torre pendente di Venezia.
La psicogeografia è lo studio degli effetti esatti dell’ambiente geografico, controllato o meno, sull’effettivo comportamento degli individui...... G. E. Debord.
Le foto che compaiono in questo studio sono state scattate a diversi luoghi situati lungo l’itinerario indicato sulla mappa dal tratto nero, che forma una traiettoria ideale attraverso le zone di maggior interesse psicogeografico.
Questa veduta di Venezia [foto a sinistra](densità di popolazione: 2,1 abitanti per metro quadrato) mostra il ponte stradale e ferroviario che viene dall’Italia, l’isola del cimitero (freccia) e, in lontananza, il Lido, cuore dello svago dei ricchi oziosi!
A., 90 kg, celebre autore di 'Heroin - An Ode', si orienta rapidamente nella città delle lune di miele dell’Adriatico settentrionale, costituita da 118 isolotti collegati da 364 ponti.
A. è consapevole di essere fotografato e dà spettacolo [foto al centro]. Malgrado questo, l’ambiente influenza palesemente il suo modello di gioco.
La nostra tesi è che le città devono incorporare un modello di gioco. Qui noi studiamo una relazione tra gioco e ambiente. A questo stadio, l’ambiente è più interessante del giocatore.
Ma come giocherebbe A. a Londra? Benché «gioco» e «partita» non siano sinonimi, la foto a sinistra [foto a destra] dimostra che non siano sempre in contraddizione.
Ghétto Vècchio
Il Ghetto nasconde la più bella «atmosfera» di Venezia e meriterebbe di essere studiato in modo esaustivo da qualcuno più competente dell’autore.
Ora A. riattraversa il Canal Grande in gondola e si addentra in una zona estremamente sinistra frequentata da gatti e da uomini armati di mitragliatrici (vedi foto seguente). Perfino certi canali, in questo settore, sono secchi.
Via Garibaldi
Che pausa rinfrescante! La parte di Venezia mostrata in questo episodio è estremamente deprimente. Osserviamo in numerose fotografie che A. corre.
Qui [foto a sinistra], A. è vicinissimo all’Arsenale, centro del potere militare veneziano. È possibile che le macchie bianche su questa serie di fotografie siano dovute a qualche emanazione da questa fonte. Anche alle porte dell’Arsenale, A. non può resistere, nonostante l’impressione sinistra che fa questo luogo, alla tentazione di salire su uno dei leoni di pietra portati dall’Oriente molti anni fa dai conquistatori veneziani. Venezia è piena di tali simboli di gloria passata.
A. si trova ora [foto a destra] davanti alla porta di servizio di Venezia, le Fondamenta Nuove, da dove i cadaveri sono portati in gondola all’isola-cimitero.
San Francesco della Vigna
Un incontro casuale con un amica di New York [foto a sinistra] dissipa le tenebre e si vede A. dedicarsi a una serie di giochi.
Questa zona è molto frequentata dai bambini, e una serie di scatti gioiosi ci mostra A. che gioca tra loro in allegro abbandono, o mentre loro lo guardano, giocando a giochi ispirati dal momento [foto al centro].
LA MACCHINA A «ZEN» POCO CONOSCIUTA [foto a destra]
Ancora dei bambini...
Improvvisamente non ci sono più bambini, ma la loro influenza si fa ancora sentire sui modelli di gioco di A..
Santa Maria Formosa
Quando saremo informati sufficientemente sui fenomeni psicogeografici, otterremo informazioni per la creazione di città situazioniste. (Vedi le mappe e le piantine di Parigi pubblicati dall’Internazionale Situazionista).
Il modello di gioco di tipo veneziano è in fase di cristallizzazione. Notate l’interesse e la partecipazione di A. ai giochi dei bambini [foto a sinistra], così come la sua ostilità nei confronti dei gatti e dei piccioni.
Le foto di sinistra [foto al centro] mostrano il microclima molto intenso di Ruga Giuffa (umidità e nebbia). La causa esatta di questi fenomeni è ancora sconosciuta. Un altro banco di foschia in un giorno di sole è visibile (a destra) [foto a destra] vicino a San Martino. Abbiamo il sospetto che, in particolari circostanze, il clima sia modificato dall’ambiente. ¿MANCHESTER?
Quando il nostro documento giunge al termine, A. si affretta verso Rialto mentre una pioggia leggera cade sulle vie scure.
Questo sinistro episodio finale è inesplicabile. Ha interrotto questo studio in un momento cruciale e ha disgustato per sempre l’autore della psicogeografia. Si vede A. per l’ultima volta, a braccia aperte, sul ponte di Rialto [foto a sinistra]. Scendendo dall’altra parte, scopriamo il playboy di Dover Street [foto a destra]
L+wr+
n c +
+ll+w
+y.
[Dopo l’uscita dal Movimento Situazionista, Rumney collaborò attivamente con l’ICA di Londra, in Dover Street, l’istituzione artistica in cui il critico d’arte e curatore britannico Lawrence Alloway era entrato nel 1955 come assistente direttore.]
Il racconto testuale è corredato da 128 fotografie, per 92 delle quali è stato possibile identificare il luogo ritratto. Di ciascuno di questi 92 luoghi è fornita la mappa, oltre all'indicazione del percorso lungo il quale si trova. L’itinerario qui riportato e’ stato riorganizzato sulla base del percorso tracciato dall’autore sulla mappa di Venezia e che non corrisponde alla sequenza originale dei ‘documenti’, numerati progressivamente da 1 a 6. La sequenza di tali documenti qui diventa 1, 5, 3, 4, 2, 6. Fermo restando l’inizio dell’itinerario a Piazzale Roma e la sua fine a Rialto, il percorso riordinato si snoda nei seguenti itinerari:
Piazzale Roma, Ponte degli Scalzi, Strada Nuova, Campo Santi Apostoli;
Campo Santi Apostoli, Campo Santa Maria Formosa, Campo Bandiera e Moro, Riva Ca’ di Dio;
Riva Ca’ di Dio, Via Garibaldi, Arsenale, Celestia, Campo San Francesco della Vigna;
Campo San Francesco della Vigna, Campo San Giovanni e Paolo, Campo Abazia, Ponte de Gheto Novo;
Gheto, San Giacomo dell’Orio, Ponte de le Tette;
Ponte de le Tette, Campo San Polo, Rialto.
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