Lo scrittore anglo-americano Henry James non aveva dubbi su quale fosse il colore dominante di Venezia: il rosa. E precisamente una tonalità tenue e luccicante di cui ‘la vivida luce marina sembra quasi animarsi’ e ‘la pallida luce lattiginosa e verdastra della laguna e dei canali abbeverarsene’.1
Non sorprende quindi trovare in questa città una strada di un morbido color rosa – una piccola meraviglia tra le tante che rendono Venezia famosa. Potrebbe essere l’unica strada rosa al mondo, se si escludono quelle dipinte, come la Rua Rosa (Rua Nova do Carvalho) di Lisbona.
Camminare sulla strada rosa veneziana è un’esperienza straordinaria, a cui contribuisce la tonalità di colore delle enormi e bellissime lastre di pietra che la pavimentano, ma anche la piacevole impressione di morbidezza che la pietra dà a chi la calpesta – come mettere il piede su un ossimoronico materasso di roccia. [In basso: Calle del Lovo]
La strada si trova nel cuore di Venezia ed è Calle del Lovo, una stretta calle il cui nome evoca il lupo – lovo nel dialetto veneziano –, ma che più probabilmente fa riferimento alla famiglia Lovi che possedeva alcune case nella via.2 Di tutta Calle del Lovo, il tratto rosa si estende per circa 30m tra il Ponte del Lovo e Campo San Salvador. Sappiamo che il tratto di Calle del Lovo a ovest del ponte fu lastricato nei primi anni sessanta del XIX secolo,3 quando alcune ‘diroccate catapecchie’ furono abbattute per allargare la strada.4
Non sappiamo invece a quando risalga la pavimentazione di granito rosa. È stato recentemente affermato5 che le lastre di pietra usate per la strada siano state ricavate da quella terza colonna che, secondo quanto Francesco Sansovino scrisse nel XVI secolo, sarebbe stata trasportata dall’Oriente – molto probabilmente da Costantinopoli – per Piazza San Marco, ma sarebbe poi affondata nella laguna insieme alla barca che la trasportava nel 1172. A sostegno di questa affermazione ci sarebbe la presenza della Scuola Grande di San Todaro lungo il tratto rosa di Calle del Lovo, un edificio costruito tra il 1578 e gli ultimi decenni del XVII secolo per celebrare lo stesso San Teodoro la cui statua sormonta una delle due colonne erette in Piazza San Marco nel XIII secolo.6 [In basso: Colonna di San Teodoro]
Non si sa ancora se la terza colonna sia realmente esistita e se, in questo caso, fosse fatta dello stesso granito rosa egiziano dell’attuale Colonna di San Teodoro. Tuttavia, una comparazione tra il granito utilizzato per la Colonna di San Teodoro e quello di Calle del Lovo mostra marcate differenze di texture e colore, con la colonna più rossastra e con una maggiore presenza di nero.
Al contrario, le lastre rosa di Calle del Lovo hanno lo stesso aspetto del granito rosa proveniente da Baveno, sul Lago Maggiore. Pietre di questo materiale sono presenti anche lungo tratti di Calle dei Assassini e Calle del Caffettier, mentre strisce sottili di questa pietra segnano l’intersezione tra Calle Larga XXII Marzo e Calle del Sartor da Veste, Calle del Teatro San Moisè, Calle do Pozzi e Calle Cicogna.
Vale la pena notare come Calle Larga XXII Marzo – in passato Calle Lunga San Moisè – sia stata allargata e pavimentata nel 1880. Infine, lo stesso tipo di granito è stato anche utilizzato per l’imponente basamento del monumento equestre a Vittorio Emanuele II eretto in Riva degli Schiavoni nel 1887. Questi elementi suggeriscono l’ipotesi che la pavimentazione di Calle del Lovo e delle altre calli menzionate con granito rosa di Baveno risalga agli ultimi decenni del XIX secolo. [In basso, da sinistra a destra: Calle dei Assassini; Calle del Caffettier; Calle del Sartor da Veste; Calle do Pozzi; statua equestre di Vittorio Emanuele II]
L'itinerario qui proposto [mappa] inizia da Campo San Salvador, attraversa Calle del Lovo e poi Calle dei Assassini, Calle del Caffettier, Calle del Sartor da Veste per terminare in Piazzetta San Marco, di fronte alla Colonna di San Teodoro.
Fotografie: © Museo del Camminare 2022
1. James, Henry, Ore italiane, Milano, Garzanti, 2006, p. 18.
2. Combatti, Bernardo, Nuova planimetria della città di Venezia, Venezia, vol. II, 1846, p. 214.
3. Bembo, Pierluigi, Il Comune di Venezia nel triennio 1860, 1861, 1862, Venezia, Naratovich, 1863 p. 219.
4. Locatelli, Tommaso, L'appendice della Gazzetta di Venezia, Venezia, Tipografia della Gazzetta, vol. XIII, 1877, p. 56.
5. Petito, Riccardo, ‘Lo scultore Orlandi: «Tracce evidenti in calle del Lovo’, in Gazzettino, 11 gennaio 2017.
6. Tigler, Guido, ‘Intorno alle colonne di Piazza San Marco’, in Atti dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Classe di Scienze Morali, Lettere ed Arti/i>, I, 58, 2000, pp. 1-46.
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